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Sul lungomare del mondo: Bari

Mesi fa ho chiesto alla mia amica Francesca, barese doc ed ottima fotografa amatoriale, di passarmi delle foto della città per accompagnare un post sul mio blog. Poi, complici gli impegni ed un po’ di sacro timore e reverenza nei confronti dell’argomento, ho sempre rimandato. Ma ora credo che i tempi siano maturi…

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Di Bari, della mia città (in realtà, per campanilismo sottolineo che sono di Toritto, in provincia) ho sempre adorato il lungomare, con i suoi lampioni caratteristici.

Un lungomare ampiamente ammirato ed utilizzato anche come set cinematografico e fondale per numerosi film e videoclip musicali (solo per citarne uno “L’amore è una cosa semplice” di Tiziano Ferro). Un lungomare che per me è l’espressione stessa di questa città di frontiera, crocevia fra Oriente ed Occidente, legati da quel santo, fortemente voluto dalla città e da quei marinai che nel 1087 ne traslarono il corpo da Mira, in Oriente, fino a Bari.

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Il santo in questione è San Nicola a cui è dedicata la Basilica, in stile romanico, che sorge al posto dell’antica corte del catapano bizantino, affacciata su ciò che resta delle mura cittadine, la famosa Muraglia.

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Altro polo religioso importante è la cattedrale dedicata a San Sabino ed a Maria Odegitria (Colei che mostra la via).

La Bari più verace è quella della città antica, Bari Vecchia, rivalutata da circa un ventennio, dove, fra vicoli ed archi, le signore realizzano a mano kili e kili di orecchiette ed invitano ad assaggiare una specialità, le sgagliozze (polenta fritta). Alle signore si affiancano poi locali cool e ristoranti che rendono la zona il centro della movida, dislocata fra piazza del Ferrarese e piazza Mercantile.BariBari

Ma l’autenticità del popolo barese emerge soprattutto in occasione della festa del santo patrono: il 6 dicembre, dies Natalis del santo, all’alba si celebra una messa e poi la tradizione vuole che si faccia colazione con la cioccolata calda. Fra il 7 e il 9 maggio invece si ricorda la traslazione delle ossa del santo ed il loro arrivo in città: processioni, cortei storici, musica e fuochi d’artificio muovono gli animi dei cittadini e di numerosi Pellegrini (anche di Fede ortodossa) provenienti da ogni dove.

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La città ha infatti anche una chiesa russa voluta dallo zar Nicola II.

Degni di nota i teatri cittadini: il teatro Piccinni , il teatro Margherita (recentemente riaperto ha ospitato la mostra Van Gogh experience )e il teatro Petruzzelli, fiore all’occhiello del capoluogo pugliese, restaurato dopo un gravissimo incendio. Ad essi si associa un rinomato conservatorio ed una università fra le prime in Italia.

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Una visita merita il Castello Svevo, risistemato nel 1500 da Isabella d’Aragona e Bona Sforza.

E come dimenticare il Palazzo dell’Acquedotto in stile Liberty e la Pinacoteca Provinciale?

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Il mio preferito è però il Museo Diocesano poiché conserva un oggetto poco diffuso: si tratta degli exultet, rotoli di pergamena usati durante la liturgia della veglia pasquale che prendono il nome dalla loro prima parola. La loro particolarità è che testo ed immagini correlate sono distribuite in verso opposto in modo tale che il lettore potesse leggere ed i fedeli potessero guardare le immagini. Un piccolo gioiello nel cuore della città.

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Se il vostro obiettivo invece è lo shopping via Sparano e Corso Cavour (da pronunciarsi obbligatoriamente Càvour, con accento sulla A) faranno al caso vostro.

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Ritroverete così una città dall’atmosfera cosmopolita in cui si possono ammirare tutti i colori e le sfumature del mondo.

(Foto mie e di Francesca)

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