Londra: una bellissima scoperta

Per anni, da francofona per passione e amante della Francia e della sua cultura, ho un po’ snobbato Londra. Ma allo stesso tempo cercavo il modo per riservarle una visita con tempi adeguati e non una toccata e fuga nel week end. Ci sono riuscita questa estate ed è stato amore a prima vista.

Londra

Day 0

Torno a volare. Torno a volare da sola, perché anche questa volta chi mi farà compagnia in questi giorni mi aspetta direttamente alla meta, partita da un’altra città. Al solito dormicchio durante il volo e continuo a leggere la guida del luogo.Il ricordo di tanti aeroporti e le macchine automatiche che ci sembrano congegni diabolici. L’aria è frizzantina stasera nel quartiere di Kensington…ma la nostra giornata è stata abbastanza impegnativa e per oggi ci basta aver provato la tube…

Londra

Day 1

L’entusiasmo per le cose semplici: le cabine telefoniche, i taxi neri, gli autobus a 2 piani. Nonostante ci catturino, cerchiamo di resistere ai negozi di souvenirs.

La regina in questi mesi non c’è: a Buckingam Palace svetta la Union Jack, la bandiera inglese. Non c’è nemmeno il cambio della guardia: toccherà vederlo un altro giorno. A Trafalgar Square il colpo d’occhio è tutto per la National Gallery: la sua magnificenza ed eleganza (anche del suo logo) ci colpiscono. Mi aggiro per le sale e girando lo sguardo vedo la Cena in Emmaus di Caravaggio, l’opera che mi ha fatto innamorare della storia dell’arte, quando andavo alle medie. Le sorrido come ad un caro amico. Un gesto d’intesa per dire (a lei ed al “Ragazzo morso da un ramarro”)”aspettatemi, arrivo, sono tutta vostra”. Ed è così: estasi e rapimento.

La storia dell’arte scorre davanti agli occhi e con essa il ricordo di tanti musei europei e non .

Il the delle 17 è anticipato alle 16.

Se hai visto Times Square, Piccadilly Circus ti sembra una bazzecola, ma resta una tappa imprescindibile. Ritrovarsi a Soho, da Liberty a guardare le decorazioni natalizie ed a Carnaby street, in un negozio di scarpe dove il paio più sobrio ha uno dei sette nani al posto del tacco.

Attraversare una parte di Chelsea a piedi per andare a cena dal mio chef del cuore a Battersea e mangiare ostriche…a Londra

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Day 2

Impazzire nei grandi magazzini Harrods, soprattutto se il vano scala sembra l’interno di una piramide egizia. Passeggiare ad Hyde Park: rinoceronti (finti) e cavalli (veri che si mettono in posa) sui terrazzi delle case.

Non tutti possono vantare un’amica che lavora al Victoria and Albert museum.

Le mostre food e MARY Quant dove ci facciamo emozionare dalle immagini senza subire l’influenza delle sovrastrutture del linguaggio scritto (praticamente non leggiamo le didascalie). I book shop sono tutti di Ilaria, degna erede di Claudia, compreso quello di Dior, mostra che non riusciamo a visitare.

A Covent Garden un cup cake alla ciliegia in compagnia di una torittese, mentre una cantante lirica di esibisce.

Fortnum and Mason mi sembra Tiffany in versione grande magazzino: un verde simile caratterizza i 2 brand.

Chinatown e Leicester Square.

Tentiamo di partire per Howgard come Harry Potter al binario 9 3/4 ma causa coda immensa ci accontentiamo dello store.

La stanza micro, la moquette e le sterline. Way out per uscire e a cena Fish and cips.

Harrods LondraHarrods Londra Londra Londra Londra Londra Londra Londra Londra Londra Londra Londra Londra Londra Londra Londra

Day 3

Potrei trasferirmi a Notting Hill, sappiatelo. Ma non ho ancora deciso se il sabato mi lancerei nella confusione del mercato di Portobello o resterei in casa ad ascoltare una versione live dei Beatles: l’artista di strada che canta “she loves you”. Coordinare i biglietti per Madame Toussaud. Un museo che, scopriamo, piace molto agli indiani. A me è piaciuto ma ho trovato un po’ stravolta la sua idea originale.

Il pic nic a Regent park, a dispetto di ogni previsione, col sole. Esperienze 3D e 4D, Primark e le linee della metro.

Il London Eye sale nella top ten dei miei soggetti da fotografare, soprattutto se la visita si svolge al tramonto. Intanto il Tamigi scorre con la sua forte corrente.

Questa città mi ha conquistata: è viva, stimolante, bellissima. Mi allontana definitivamente dai pregiudizi, primo fra tutti quello su di essa.

Ed ho già voglia di tornarci.

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Day 4

I cambi della guardia sotto il sole. Saint James Park ed io che mi approccio con gli scoiattoli e con tutte le altre specie animali.

Al British Museum capisaldi come la stele di Rosetta e i vasi greci di Exechias. Ma, per quanto l’allestimento meriti, vedere qui i marmi del Partenone mi fa un po’ male…Il sistema di aria condizionata lascia a desiderare.

Ci sediamo sempre più volentieri: la stanchezza accumulata si fa sentire.

Il Big Ben ed il Parlamento sono un tantino in restauro per cui perché non deliziarsi con un concerto d’organo nell’abbazia di Westminster?

Dal sacro al (molto) profano: Camden Town che profuma di trasgressione. E finalmente assaggiare la Pie.

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Day 5

Nel bel mezzo della city, fra grattacieli avveniristici e dalle forme più disparate, sorge la torre di Londra, con tutta la storia e le leggende che la caratterizzano. La mia preferita è quella legata ai suoi corvi: se mai si allontaneranno dal luogo la torre e la monarchia cadranno. I gioielli della corona non possono non affascinare.

Poi attraversiamo the tower bridge e mi rendo conto che adoro i ponti, forse per l’idea di passaggio facilitato, di unione, di possibilità che offrono di essere “dall’altra parte” in poco tempo. E penso che servirebbero più ponti.

Un omaggio a Shakespeare al Globe e poi alla Tate Modern a godere dell’arte contemporanea (non mi arrendo e continuo a provarci) e del panorama dal decimo piano.

Il Millennium Bridge: un altro ponte da attraversare fino a St. Paul, giusto in tempo per l’ingresso free.

La cosa più bella: giocare a nascondino al parco e spingere Diana in altalena.

Diana:”Voglio venire con te in albergo, o in Italia. Ho anche il passaporto e la valigia”.

Io:”Peró non hai il biglietto dell’areo. Ma vieni presto, e potremo giocare con le mie Barbie.

Ne sono gelosissima, ma con lei ci giocherò volentieri, davvero.

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Day 6

Greenwich: il meridiano numero zero. Un piede di qua ed uno di là: uno ad oriente ed uno ad occidente. “Praticamente siamo alla metà del mondo” ha gridato un bambino esultante accanto a me.

Dalla collina, fra la foschia, la vista sui Dockland e su Canary Warf, la risposta londinese a Manhattan(così dice la mia guida).

Il Cutty Sark è l’ultimo clipper che navigó sulla rotta delle Indie.

“A Londra piove sempre” dicevano tutti. Noi abbiamo sofferto il caldo e l’unica pioggia di questo viaggio è stata quella della tempesta sulla costa inglese che ha fatto partire un po’ in ritardo il mio volo di ritorno. E comunque anche quella pioggia io non l’ho vista.

Greenwich Londra Greenwich Londra Greenwich Londra

Info pratiche

  • Noi abbiamo alloggiato a Kensington: Westbury hotel. Camera piccolina secondo gli standard londinesi, moquette e assenza di aria condizionata. Ma colazione ottima, varia ed abbondante. Buona pulizia della struttura. Posizione ottima, strategica. Vicina a 2 stazioni metro (Earls Court e Gloucester Road)servite da 3 linee della tube.
  • Per muoversi consigliatissimo l’abbonamento Oyster per i giorni utili. Bastano le zone 1/2, i luoghi di interesse sono per la maggior parte li.
  • A Covent Garden: cupcake stories (dolci e the)shake shack(hamburger);
  • A Kensington: “Courtfield” e “Ale e Pie” (pub: fish and cola, pie, birra);
  • A Battersea: Whriter and Brothers (ristorante di pesce).

7 pensieri su “Londra: una bellissima scoperta

  1. giusymar ha detto:

    Fantastico reportage!!!!!!!
    Hai girato come una trottola!!!!
    Sì, Londra richiede una ferrea disciplina, anche perchè le distanze, anche se si organizza il tour in maniera intelligente, sono comunque quelle di una metropoli.
    Mi hai emozionata. Mi è venuta voglia di tornarci….

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  2. Silvia - The Food Traveler ha detto:

    Hai girato tantissimo, complimenti! Londra è una città fantastica: io dopo tanti anni e tante visite continuo ad amarla ogni volta di più. Tra tutti i posti che hai visto io non amo in particolare il museo delle cere, e infatti ci sono stata un volta sola tanti anni fa e poi non sono tornata. Ma in questa città stupenda ci sono talmente tante cose belle da vedere che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ecco, ora mi hai fatto venire voglia di tornare!

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  3. Alessandra ha detto:

    Ho visitato Londra qualche anno fa. Ci sono veramente tantissime cose da vedere ed è difficilissimo scegliere. A me sono piaciuti tanto la National Gallery, St.Paul e Camden Town. Mi mancano ancora tante cose da vedere! Complimenti x il bel giro!

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